L’editoriale di Michele Russo: il valore della reputazione
Michele Russo e il valore della web reputation.
Mi chiamo Michele Russo e sono un imprenditore nel campo della comunicazione da oltre 20 anni con la mia agenzia, la Mirus srl, che ha sedi a Roma, Pescara, Milano e Macerata.
Mi piace iniziare la mia riflessione sull’argomento con una domanda: vale di più un’azienda con ottimi prodotti ma con una pessima reputazione o un’azienda con prodotti mediocri,ma con una reputazione eccellente ?
La risposta non è scontata, né vuole indurre alcuno a pensare che un’azienda possa fondare il suo successo su argomenti evanescenti e di difficile valutazione. Certamente, nell’era della comunicazione e caratterizzata dalla fortissima competitività dei mercati, a parità di prodotti/servizi, l’immagine, la reputazione possono fare la differenza.
Chi acquisterebbe mai un’azienda con una pessima reputazione, per quanto produttrice di ottimi oggetti?
Ma cos’ è la reputazione? La somma di fatti e notizie positive ? L’assenza di fatti negativi ? La verità è che la reputazione non si fonda solo su fatti oggettivi che, in qualche modo possono essere causati o arginati, ma si basa sulla percezione che gli altri hanno di noi, la quale si crea grazie alla somma di mille alchimie difficili da mettere in elenco.
La reputazione, infatti, spesso vive e si afferma sul “sentito dire”, su ciò che si crede sia e invece, forse, non è. Campa, a volte, sulle chiacchiere da bar.
Per questa ragione, l’azienda o la persona che crede di offrire prodotti, servizi, proposte politiche corrette ha una sola arma contro i danni derivanti dal diffondersi di informazioni incontrollate che generano una cattiva reputazione: la comunicazione, l’informazione controllata e costante.
Ma dove farlo, come e con quali strumenti?
L’avvento del web e della sua esplosione grazie ai social network, ha stravolto le regole e le modalità di gestione della comunicazione.
La reputazione si è fusa ancor di più con la persona/imprenditore, anzi la precede in ogni sua azione.
Se domani avete un appuntamento di lavoro con un potenziale cliente per la presentazione della vostra azienda, state pur certi che il cliente ne saprà di voi più di quanto voi non crediate.
Il successo dell’appuntamento sarà quindi determinato da una variabile di fattori molto più ampia di quella contenuta razionalmente nella vostra strategia di presentazione.
A proposito della metafora delle chiacchiere da bar, occorre tener presente che il web è il più grande luogo di ritrovo collettivo che l’umanità abbia mai conosciuto, è un bar di proporzioni gigantesche, dove puoi ascoltare ciò che dice chiunque con il vantaggio che lo puoi ascoltare anche in un momento successivo a quello in cui viene detto; è un mega bar che registra le chiacchiere dette anche mesi e mesi prima al suo interno.
Tutto questo apre scenari inquietanti sugli effetti della circolazione delle voci on line.
Il valore della reputazione non è solo qualcosa legato all’ambito morale, è monetizzabile: la reputazione impatta realmente ed economicamente sul business di aziende, sul successo delle professioni, sul consenso politico.
Dalla diffusione incontrollata di cattive informazioni occorre difendersi, quindi, come ci si difenderebbe da un ingiusto danno subito, da un furto, da un incidente; occorre curarsene come ci cureremmo da una malattia e, come nella vita, sarebbe meglio prevenire, come la guida prudente o la cura del proprio corpo e della propria salute.
Continuando nella metafora, se per la cura dei propri interessi legali ci si affida ad un avvocato, per la cura dell’alimentazione ad un dietologo, per la cura delle malattie ad un medico, così per la cura della reputazione ci si dovrebbe affidare a dei professionisti.
Non esiste, comunque, una ricetta valida per tutti ma esiste sicuramente un primo passo valido per tutti: la presa d’atto che la reputazione è un valore inestimabile di cui prendersi cura. Le azioni successive vanno costruite caso per caso.